Via col Vento

Via col Vento
olio su tela cm. 92X122,5 2010

Caffettiera

Caffettiera
Olio su tela

Monoscopio e cubo di Rubik

Monoscopio e cubo di Rubik
Entrambi olio su tela

The End

The End
Olio su tela

Monoscopio

Monoscopio
Olio su tela

Carosello

Carosello
Olio su tela

giovedì 10 aprile 2014


Ot’arte

Il 12 Aprile alle 17.00, al Gruppo Donatello, Via degli Artisti 2r 50132 Firenze, in occasione della personale di Simone Biliotti “Una Giumella di Universo”, ospiti Vittoria Angela Romei e Oronzo Ricci, sarà presentato il Manifesto Ot’arte.
I tre artisti si sono incontrati sul finire della scorsa estate su una spiaggia di Forte dei Marmi. Simone aveva trascorso un lungo periodo a Pietrasanta per approfondire la conoscenza dei materiali, la base per la realizzazione dei suoi pensieri. Vittoria Angela e Oronzo sono praticamente di casa, al Forte sul finire dello scorso millennio dettero inizio a un sodalizio, poi durato solo tre minuti. In piena rilassatezza, aspettando il tramonto, scoccò la scintilla che dette il via alla costituzione del movimento.
Il manifesto Ot’arte è il risultato di un lavoro di cesello durato due stagioni; l’intenzione dei tre artisti è di operare una messa a fuoco sull’attuale situazione dell’arte, di considerarne il valore storico, ripulirlo dalle superfetazioni e restituire il significato proprio ai termini stravolti dall’uso improprio. L’otto dell’infinito, decurtato di una calotta, è il simbolo del movimento; l’elisione vuole evidenziare l’apertura, pur tenendo conto della chiusura “La regola senza la regola è la buona regola”. L’artista deve tener conto di quanto il tempo ha cristallizzato, e rapprendere la sua visione rivolta sull’infinito, nel tempo presente. Questo concetto chiarisce il significato di “contemporaneo” che nel linguaggio comune è una cosa diversa.
Mostra “Una Giumella di Universo”
Simone Biliotti propone una parte interessante di opere concepite ed eseguite tenendo conto dei principi Ot’. Ama scolpire marmi particolari; nella sua ricerca sono capitati materiali nuovi, possiamo anche dire che è stato il primo ad aver lavorato l’alabastro blù, trovato a Volterra recentemente. Altre sculture che saranno in mostra sono realizzate in onice bianco del Messico; portoro (marmo nero etrusco); exa noir Saint Laurent, francese. Nelle sue opere si percepisce il pulsare di una vita interiore che contrasta con la durezza e la freddezza della materia.
Vittoria Angela Romei conosce diverse tecniche, per questa mostra propone l’olio su tela. E’ costantemente alla ricerca dei toni che si avvicinino alla visione personale senza astrarsi dalla realtà contemporanea.
Oronzo Ricci propone oli e tempere eseguite negli ultimo anni, scelti fra i più attuali.

Vladimir Swarovski
Info. 360 35.33.89




domenica 31 ottobre 2010

Bacio alla Francese

ATELIER GLUCK ARTE
Presenta
VLADIMIR SWAROVSKI
“Che cos‘è il Bacio alla Francese”
quasi una chiacchierata sul bacio più famoso al mondo, ma il più sconosciuto dalla lingua italiana: storia
di un equivoco sorto negli anni venti a Parigi, e risolto poco meno di un secolo fa a Firenze da Vladimir
Swarovski.
8 Novembre 2010 Atelier Gluck Arte - Via Cristoforo Gluck, 45 Milano.
Inf. 360 35.33.89


Il bacio è il rapporto più tenero, il primo, e il più intimo che ci possa essere fra due persone innamorate, ma è anche il più sconosciuto. Quanti sanno che il bacio alla francese è un pizzicotto “sulla gota, stringendola fra l’indice e il medio”? (Zingarelli ed. 1999). Quello che nella lingua parlata contemporanea conosciamo per bacio alla francese, una volta era chiamato bacio cataglosso; furono gli inglesi e gli americani negli anni ’20, a chiamarlo la prima volta “Bacio alla francese”, per un equivoco che si è protratto per quasi un secolo. Ancora oggi i “vocabolaristi“, un po’ per pigrizia, alcuni per indolenza o qualche volta per ignoranza, piuttosto che osservare come usano le parole i parlanti, spesso preferiscono tanto per cadere in piedi copiare pari pari un rispettabile vocabolario, quello degli amici dell’Accademia della Crusca. Vocabolario rispettabilissimo, ma ormai più che desueto; anzi un vero pezzo d’antiquariato se si considera che non è più aggiornato proprio dagli anni ’20. Tanto per curiosità, si stava lavorando ad una nuova edizione che si fermò alla parola ozono nel 1923.
Questo caso fu evidenziato da Swarovski qualche anno fa, e l’edizione 2008 dello Zingarelli ha finalmente aggiornato il termine bacio, nell’accezione “alla francese”, con la definizione che nella lingua parlata si usa da poco meno di un secolo. Meglio tardi che mai; se si considera poi che il bacio alla francese è un vero e proprio rapporto intimo, eseguito con le labbra e la lingua che sono in questo caso sono l’imitazione degli organi sessuali, la giusta definizione può frenare l’impulsività di ignari aspiranti violentatori. La conferenza è sulla storia di un equivoco, non solo linguistico, ma anche sul costume. In questo equivoco c’inzuppano un po’ tutti, a volte per ignoranza, ma anche per portare acqua al proprio mulino.
Questa è solo una piccola curiosità di cui Vladimir Swarovski, già autore di A Fior di Labbra, Roberto Meiattini Editore, parlerà lunedì 8 Novembre alle ore 18,30 ospite di “Baciami, stupido!”.
Vladimir Swarovski è l’eteronimo che l’artista Oronzo Ricci usa da scrittore; in questa occasione si mostra nella duplice veste, con l’esposizione di due opere ispirate al bacio. L’opera “Tensione”, olio su tela cm. 60X77 è un’opera storica che apre il capitolo “Tensioni” il 23 Ottobre 2004; l’opera “Via col Vento”, olio su tela cm. 92X102,5 è stata eseguita nel 2010, e rientra a pieno titolo nel “neo-Distruttivismo”.

sabato 26 giugno 2010

Mostra Villa Demidoff

Foto della mostra a Villa Demidoff, Pratolino-Firenze, maggio 2010.
In questa mostra sono state esposte le prime opere neo-Distruttiviste di Oronzo Ricci, fondatore del movimento.

domenica 4 ottobre 2009

Vera storia del Distruttivismo di Oronzo Ricci

Il 23 Ottobre 1999, un gruppo costituito da tre artisti eterogenei fondò un movimento artistico denominato "Distruttivismo". La vita del gruppo durò tre minuti, ed il movimento portato avanti da Oronzo Ricci è durato cinque anni. Una vita brevissima e intensissima. Già a pochi mesi dalla sua nascita aveva fatto più volte il giro del mondo, ed influenzato non solo il linguaggio artistico, ma oltre i media il linguaggio universale. Allo stato attuale, oltre gli studi regolari, sono numerosi gli irregolari che ravvivano la popolarità di questo linguaggio, con ricerche e affermazioni fra le più fantasiose, a volte ai limiti del lecito. Tutto questo rientra a pieno titolo nel percorso dei movimenti risonanti; difficilmente, anzi ritengo che non esista attività di dilettante che sia oggetto di attenzione sia di studiosi, sia da parte di aspiranti artisti frustrati, anche solo per screditare. A questo proposito torna utile raccontare un evento, fra quelli ai quali è stato attinto per la costruzione delle teorie del Distruttivismo.
La notte del quattordici luglio del trecentocinquantaquattro avanti Cristo, nasceva una creatura destinata a diventare grande, e da grande fu appunto chiamato “grande”; “il grande”: Propriamente “Alessandro il Grande”. Non si comprende bene come possa essere accaduto, ma se è vero che la nostra vita è condizionata dall’influsso delle stelle, quella notte le stelle dovevano aver prestata tutta l’attenzione al futuro grande, e avevano voltato per lo sguardo lasciando per un attimo il resto del mondo privo di attenzione. Quanto accadde quella notte ad una delle meraviglie del mondo, fu l’opera di un signore, si fa per dire “signore”, che si rese conto di non aver fatto nella vita qualcosa degna della perpetuazione del suo nome.
La mattina del quattordici si dovette alzare con un pensiero che gli martellava nel cervello:
- Potrei morire da un momento all’altro, e nessuno si ricorderà più di me. Nella c’è nulla che abbia fatto nella vita degno di essere ricordato. -
Questo pensiero dovette creare uno stato d’ansia che tranquillizzò il signore, si fa per dire, solo quando trovò l’unica soluzione possibile:
- Arrivato a questo punto, non farei in tempo a fare nulla di buono. Per tutto c’è bisogno di tempo, oltre il talento. – pesa che ti ripensa: - Ma non è necessario fare qualcosa di buono per essere ricordati; potrei fare qualcosa di non buono, di molto non buono. Peggiore sarà la cosa che farò, più probabilità avrò di rimanere nella mente dei posteri. - E gli venne un’idea straordinaria:
- Questa notte darò fuoco all’Artemison. –
Era l’Artemison il tempio di Artemide, che nella versione latina era Diana, la dea della caccia. Erodoto lo annovera fra le sette meraviglie del mondo, e i greci ne andavano orgogliosi.
Per farla breve, il nostro, si fa per dire, dette fuoco a questa meraviglia e si consegnò poi tranquillamente ai giudici, che sulle prime non gli dettero ascolto, non ritenendolo in grado di un atto del genere.
- Vi assicuro che sono stato io, io solo, da solo ho dato fuoco al tempio. -
- Ma ti rendi conto di ciò che ti spetterebbe in questo caso? Per un reato del genere c’è il supplizio della giovenca. –
- Certo, si. Il supplizio della giovenca. Sono pronto a patire il supplizio della giovenca, ma sono stato io a dare fuoco all’artemison. –
Il supplizio della giovenca consisteva nel porre il reo nel ventre di una vitella di bronzo, e nell’accendere poi un fuocherello sotto la pancia lasciando che le fiamme lambissero la superfice del metallo, che lentamente la riscaldava fino a farla diventare incandescente. Si narra che le urla del malcapitato, amplificate dalla cavità, arrivassero ad otre venti miglia. Ma tutto questo al nostro, si fa per dire, non importava nulla; anzi, fra un urlo e l’altro si scompisciava dalle risare, e ripeteva fra sé:
- Ora non potrete più dimenticarvi di me. - E così fù.
Nonostante i giudici condannassero chiunque pronunciava il suo nome, a quasi venticinque secoli il suo nome viene ricordato accompagnato ad una anomalia psichica, è questo il “complesso di Erostrato”. Soffrono di questo complesso quei signori, si fa per dire, che non potendo per mancanza di capacità fare qualcosa di buono, cercano di fare le cose peggiori. Alcuni, non potendo salire su un treno, quello che porta alla gloria, preferiscono farsi investire per legare in qualche modo il loro nome ad un evento che si ricorda nel tempo.
Il racconto di Erostrato è ricordato a memoria, per cui ci potrebbe essere qualche imprecisione, ma il senso non cambia.
Il Distruttivismo trae insegnamento da questo caso, e limitatamente al linguaggio ne tiene conto per porre l’attenzione su quei segni che con la proposta continua, piuttosto che esaltarne l’effetto provocano l’assuefazione, e smettono di comunicare. In arte è la frattura sul piano, che per similitudine è la rappresentazione del piano emozionale. La prima cosa che poniamo sul piano si aggrappa, e aderisce perfettamente. La lettura è immediata ed efficace. Con il tempo, anche la stessa cosa posta diverse volte perde di efficacia. Una frattura ricontestualizza e pone una nuova chiave di lettura, rendendo dignità e vigore anche alle cose più banali. Questo è il senso del Distruttivismo.
Il movimento ha avuto una fortuna inusitata, in parte perché riflette ed evidenzia i lati salienti del linguaggio contemporaneo, tenendo conto e confermando quanto la storia ci ha tramandato, ma anche per merito dell’”apprezzamento” da parte di quei signori, si fa per dire, che nel tentativo di gettarsi sotto questo treno contribuiscono a diffonderlo.
Il ventitré Ottobre alle ore 18.00, a Villa Bertelli Via Mazzini, 200 – Forte dei Marmi, si inaugura la mostra commemorativa “Il Distruttivismo – 23 Ottobre 1999 – 23 Ottobre 2009”, espongono Leandro Cesarali, Vittoria Angela Romei e Oronzo Ricci, componenti il gruppo storico del movimento. La mostra si protrae fino al dieci Dicembre 2009, dal venerdì alla domenica, dalle ore 16.00 alle 20.00.

mercoledì 27 maggio 2009

IMPARA L’ARTE E METTITI DA PARTE

Dal testo che introduceva la mostra esposta a firenze, alle Giubbe Rosse.


Se non è chiaro a tutti cosa sia l’arte e gli artisti, una cosa è certa: l’arte non è un souvenir, e l’artista non è un produttore di ricordini. Piuttosto, uno dei compiti più importanti per un artista, è esprimere concetti del proprio tempo, con il linguaggio contemporaneo. Alcuni artisti hanno una spiccata sensibilità verso i
linguaggi del proprio tempo, e ne fanno largo uso senza intervenire, ma adeguandosi. Altri, oltre ad esprimere nuovi concetti, trovano necessario cercare un linguaggio adatto alla nuova espressione, da modellare in relazione a ciò che vogliono dire. Non seguono la maniera, o il modo di fare di altri artisti, ma creano maniere proprie. Nel primo caso gli artisti sono seguaci, nel secondo sono suscettibili di essere seguiti.
Fra i seguaci e i seguiti, la differenza sostanziale è nel fatto che i seguaci percorrono vie certe, in quanto collaudate da altri che hanno rischiato per loro. Questi sono facilmente compresi, perché non è necessario un grande sforzo mentale per capire. Il codice di lettura, in genere è acquisito dai fruitori, che spesso non hanno tempo, né la capacità di sottomettersi alla maniera di esprimersi del proprio tempo. I seguiti, sono artisti che non cercano consensi. Il consenso, quando c’è, è l’espressione del dubbio sull’originalità del loro lavoro.
Il Distruttivismo, tiene conto di una componente indispensabile nella costruzione dell’opera. Questa componente è stata poi isolata, per dar vita ad un linguaggio che ne fa uso esclusivo, e ne prende il nome. La Tensione, che insieme alla distensione costituisce un momento fondamentale, indispensabile nel linguaggio artistico, e avvertibile più facilmente dal profano nelle composizioni musicali. La tensione, in questo caso, è paragonabile all’accordo di settima di dominante. La tonica esercita un magnetismo spiccato verso questo accordo, dopo il quale il brano naturalmente conclude, esaltando la distensione per la meravigliosa legge del contrasto. Nella pittura, le forme che esprimono la perpendicolarità e l’orizzontalità, comunicano un senso di calma e di distensione, rispetto alla dinamicità delle linee oblique. Non solo le forme, ma anche gli accordi cromatici e i soggetti esprimono questi concetti. Ciò non è sempre avvertibile, ma non c’è da preoccuparsi.
La maggior parte della gente vive benissimo senza comprendere l’arte.
Questa mostrina, è costituita da alcuni momenti importanti del Distruttivismo, che hanno dato vita alle Tensioni.
Vladimir Swarovski